La sicurezza del lavoro dovrebbe avere ogni giorno un posto prioritario nell’agenda pubblica e, non essere al centro dell’attenzione se non dopo l’ultima ed ulteriore tragedia di Firenze dove sono deceduti 5 lavoratori edili mentre stavano ristrutturando vecchi edifici.

La sicurezza sul lavoro, considerando la posta in gioco, cioè la vita umana, deve essere affrontata senza l’inevitabile emotività che ne deriva dopo simili tragici avvenimenti. Quindi bisogna sfuggire a quella idea di cercare una soluzione che sia la panacea di tutti i mali e faccia miracolosamente cessare i morti sul lavoro.

Perché questa reazione sfocia molto spesso in proposte che aggiungono poco alla soluzione dei problemi, ma sono dei semplici palliativi, che danno però all’opinione pubblica la sensazione che qualcosa si muove, anche se poi nella realtà cambia poco o nulla.

La questione della sicurezza sul lavoro è, invece più complessa, e va oltre il solo freddo dato normativo.

Il ns sistema di regole composto dalla combinazione tra il Testo Unico, Codice Civile e la costante attenzione della Giurisprudenza è ben strutturato ed in linea ed in conformità dei migliori Standard previsti negli altri Stati Europei.

La Giurisprudenza è inoltre molto rigorosa ed attenta a sviluppare investimenti che riguardano la prevenzione sugli infortuni del lavoro.

Pertanto il campo dove si può e  fare di più è quello dell’applicazione concreta e costante delle regole (aumento di controlli e sempre più accurati in modo da prevenire eventuali incidenti sul lavoro).

L’Alis non entra in merito alla singola vicenda di Firenze, anche perché spetta alla Magistratura approfondire l’inchiesta per capire le ragioni della tragedia, ma un pensiero, questo si ci sentiamo di condividere che nel ns paese serve un investimento maggiore nella cultura della sicurezza, che non può essere visto solo come un adempimento formale.

Purtroppo sono ancora troppi i luoghi di lavoro dove la sicurezza è vissuta come un optional, una seccatura che rallenta l’operatività quotidiana e non si può continuare a considerare fatalità infortuni sul lavoro che, invece potrebbero essere evitati facendo la giusta ed opportuna prevenzione.

In una economia moderna, fanno da “padrone” gli appalti che sono oggi una filiera di imprese che se ben gestita e certificata non aumenta i rischi per i lavoratori (anche per i vincoli imposti dal Testo Unico).

Il discorso però cambia completamente se il decentramento produttivo viene utilizzato solo ed esclusivamente per eludere gli standard normativi, ricorso a catene di imprese prive di consistenza imprenditoriale con il relativo utilizzo di manodopera irregolare e in casi non professionali del settore specifico. Il tutto poi completato da pochi investimenti nella formazione con un tangibile rischio di aumento di pericolo per la sicurezza sul lavoro.

In conclusione l’ALIS ritiene che questi fenomeni si possono reprimere con maggiori selettività e specificità dei controlli; poiché non è possibile pensare che gli ispettori del lavoro siano in grado di controllare ogni azienda e/o cantiere, diventa importante e necessaria la collaborazione di tutti gli attori per espellere dal sistema produttivo quei soggetti che utilizzano la sicurezza sul lavoro come leva per ridurre i costi e prendere così l’appalto.

Una concorrenza sleale non può essere giocata sulla vita delle persone.  

In questo momento di tristezza e sgomento per questa sconvolgente tragedia L’ Alis si stringe intorno alle famiglie dei lavoratori deceduti sul luogo di lavoro e si impegna, per quanto in sua modesta possibilità, affinché siano almeno limitate ulteriori simili tragedie

Roma 19,02,2024                                Giorgio Morbidelli